Addio a Don Gallo, “prete di strada”
22 Maggio 2013 di espress451

Da poco ho parlato di lui in classe. Associandolo a Fabrizio De André, di cui era amico, e Umberto Saba, il poeta triestino che degli ultimi amava scrivere.
Come Don Andrea Gallo, che era diventato il “prete degli ultimi”, il “sacerdote di frontiera”, il “prete di strada”, per le sue battaglie a favore degli emarginati.
Mi piace ricordarlo con la poesia di Saba “Città vecchia”, ovvero Trieste. Ma potrebbe essere la Genova di Don Gallo, la Genova dei vicoli degli ultimi, quella parte di città a cui lui è sempre stato particolarmente legato. Insegnandoci a guardare i “diversi” in modo diverso.
“Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.“
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Mi pare che, con la poesia di Saba, tu abbia fatto un abbinamento davvero azzeccato, a quella figura di prete amico di tutti, soprattutto di coloro che magari amici non ne avevano poi tanti o erano addirittura rifiutati.
Quella di Don Gallo è stata una continua omelia, ma fatta con la vita e non con le belle parole, quella che è impossibile non sentire come vero messaggio evangelico! Che il Signore ora lo ricompensi!
Ciao cara Ester, serena giornata!
Bellissimo testo quello di Saba , che fa respirare l’essenza del divino proprio dove sta, nell’umiltà, là nel basso : Un testo adeguato ai nostri giorni, al messaggio del pontefice Francesco, un canto alla purezza dell’anima , che splende nei semplici.
Aggiungerei, tra chi ha guardato con un occhio di riguardo gli umili, anche Lucio Dalla.
Non sono mai stata a Genova ma mio fratello ci va spesso per lavoro. Dice che Trieste e la città ligure sono molto simili, specie nella zona del porto, con le alture che fanno da cornice e che somigliano al nostri colli (eh sì, anche noi li abbiamo, mica solo Roma!) e all’altopiano. Saba ha colto lo spirito della città vecchia dei suoi tempi, molto diversa dall’attuale ma molto simile a quella che, tutti i giorni, percorrevo per recarmi all’università tanti anni fa. Che bei ricordi!
Grazie per aver riportato questa poesia. Saba è, purtroppo, uno dei poeti dimenticati, o per meglio dire, uno di quegli autori che a scuola spesso si “tagliano” per mancanza di tempo.
E grazie per questo delicato ricordo di don Gallo. R.I.P.
Un abbraccio.