Quest’anno il Paese ospite del Salone del Libro è il Cile. E subito si affaccia alla mente quel mondo alla fine del mondo, la Patagonia dei taccuini di Bruce Chatwin, il Paese sognato e controverso del Presidente Salvador Allende, la tragedia dei desaparecidos sotto il regime del generale Pinochet, le alte vette della letteratura toccate dal premio Nobel Pablo Neruda di cui ricorre il quarantennale della morte.
Oggi, sabato 18 maggio, è la giornata clou che il Salone dedica al grande poeta cileno con un reading che vede tra gli altri lo scrittore Luis Sepúlveda che con Neruda condivide, oltre alle origini, l’esser stato attivista contro il regime di Pinochet. Seguiranno altri ricordi e letture su un altro grande scrittore cileno, Roberto Bolaño, di cui ricorrono i dieci anni dalla scomparsa.
Consigli di lettura per respirare aria cilena: Ingredienti per una vita di formidabili passioni di Sepúlveda per entrare in quello che è stato il difficile passato cileno ma anche l’emozionante mondo dei ricordi personali tra calcio e libri, Ode al mare e altre odi elementari di Neruda per sentire il profumo dei fiori di cactus della costa del grande oceano di Isla Nigra, 2666 di Bolaño per seguire quel labirinto di luoghi, sogni, incontri che hanno fatto di lui uno scrittore di culto, definito erede di Borges. Infine suggerisco di spostarvi in cucina tra pere ubriache e zuppa scacciapensieri col libro Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci di Isabel Allende.
Buena lectura.
“Perché cantate la rosa, o poeti!
Fatela fiorire nella poesia”
(Vicente Huidobro)
Lucia
Cara Es, per me un bagno nelle radici questo salone del libro.
Non posso non amare tutti gli scrittori che evochi in questo post, in particolare il poeta Neruda, di cui richiamo qui le ultime parole dell’Ode al mare, che citi, parole attualissime:
……………………….
per prima cosa
regoleremo i problemi
dell’umanità,
dapprima i più grandi,
quindi tutti gli altri,
ed allora
entreremo in te,
taglieremo le onde
con un coltello di fuoco,
su di un cavallo elettrico
salteremo la spuma,
cantando
ci immergeremo
fino a toccare il fondo
delle tue viscere,
un filo atomico
terrà a bada i tuoi fianchi,
pianteremo
nel tuo giardino profondo
alberi
di cemento e acciaio,
ti legheremo
mani e piedi,
sopra la tua pelle gli uomini
passeggeranno sputando,
togliendoti grappoli,
costruendo armature,
montando sulla tua groppa per domarti
e per dominarti l’anima.
Ma questo accadrà quando
noi uomini
avremo regolato
il nostro problema,
il grande,
il gran problema.
Tutto regoleremo
poco a poco:
Ti obbligheremo, mare,
ti obbligheremo, terra,
a far miracoli,
perché in noi stessi,
nella lotta,
sta il pesce, sta il pane,
sta il miracolo.
(da P. Neruda,Ode al mare)
Buona immersione nell’Oceano libri, cara Es.