Chiamiamola col suo nome, Giornata internazionale della donna.
Perché di festoso c’è solo il giallo tripudio dei pallini di mimosa a ricordarci che la primavera è vicina.
E che viceversa il rispetto per le donne è lontano. Col numero crescente di femminicidi a denunciarlo tragicamente.
Bello immaginare che le bambine di oggi possano, da giovani donne, associare la mimosa solo alla rinascita della natura, con amici-compagni-fidanzati assieme a cui coltivare mimosa con gioia. Con gli strumenti di lavoro utili solo per dissodare la terra. Senza la paura di qualche sgambetto.
piccole giardiniere dell’Eden
Infatti, cara Es, questa ricorrenza sta perdendo il suo signiifcato sta diventando un’ipocrisia, che maschera una tragica realtà.
In ogni modo la simbolica mimosa sia il segno solare di una rinascita civile e morale , di una rieducazione della brutalità maschile.
Come vorrei far parte del club del giardinaggio, a contatto con una prosperosa natura come antidoto alla magrezza dei tempi, sempre più scarni.
Ciao, Es, auguri.
Cara scimmiettarossa, è sempre un piacere trovarti in questi spazi.
Auguri per tutto.
consiglio una curiosata sulle pagine della “busiarda”, oggi…
ma soprattutto consiglio di non buttare via i vostri soldi per avallare la loro completa assenza di etica…
auguri di buona lotta… ne avremo bisogno
E ‘ la rappresentazione più inconsueta per questa ricorrenza che abbia mai visto! Condivido e forse avrai già letto il mio articolo.
Viva l’umanità intera!
Love
L
Cara Laura, avrai ormai capito che amo guardare le cose da punti di vista inaspettati. E’ l’obliquo sguardo del poeta.
A presto, Es.
«E’ l’obliquo sguardo del poeta.»
Sei magica, cara Ester.
Semplicemente.
Un abbraccio.
Cara Marisa, l’originalità di Es , supportata da profonda conoscenza è come un giardino di poesia.
Buona settimana. Come va la scuola?
Scusa, Sonia, ma vedo solo ora il tuo commento a me indirizzato.
La scuola è … pesante. Non so, saranno gli anni che passano, sarà la serenità che mi manca, saranno i mille impegni cui se ne aggiungono sempre di nuovi (ad esempio, un corso di formazione obbligatorio “da tenersi in orario di servizio”, peccato che l’80% delle ore non siano comprese nel mio orario di servizio … sono dovuta andare a scuola anche nel mio giorno libero, mattina e pomeriggio 😦 ), insomma per il momento sogno ad occhi aperti di stare distesa sulla sabbia e lasciarmi baciare la pelle abbronzata dai raggi del sole. Mentre di notte sogno di interrogare, interrogare, interrogare…
Gran brutto periodo.
Ester è magica davvero, Una fortuna averla incontrata.
Ciao, cara. Buona settimana anche a te.
Sulla mia “magia” esageri, cara Marisa… Certi incontri si preparano altrove. E la fortuna dell’incontro è sempre reciproca.
Un abbraccio, Ester.
Ps: il tuo sogno ad occhi aperti lo faccio mio. Il tuo sogno notturno è invece già mio.
Cara Marisa,
dobbiamo cambiare metodo di lavoro, per riuscire a sostenere un percorso ancora lungo, altrimenti il nostro equilibrio psico-fisico verrà minato.
Non parlarmi di interrogazioni, ho appena terminato gli orali con la quinta e mi sento stremata . La verifica orale è un momento importante della lezione, che stimola il ragionamento, il confronto, apre percorsi inusitati , ma…. quanta fatica!
Infatti preferisco fare lezione.
Ciao, buon proseguimento e grazie per la risposta.
Sonia.