Fa effetto anche dal punto di vista linguistico. Per Benedetto XVI ultimo giorno da Papa. Espressione che sottolinea la carica, il ruolo, l’investitura. A cui, infine, ci si può rinunciare, sottrarre, desistere.
Facendo così avvicinare una figura tanto elevata all’effimero di tutti noi, lasciandoci però indubbiamente sguarniti del suo simbolico significato.
Viene ora da riflettere sull’antinomia presenza/assenza. Di come a volte l’assenza sia più potente, e presente, della presenza stessa.
Acutamente lo intuì Nanni Moretti (già…, il filmico profeta) nella pellicola “Ecce bombo” quando fece dire al suo alter-ego Michele, a proposito del dubbio se partecipare o meno ad una festa, “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce.“
Ecco, la sensazione è proprio quella. Di un simbolo dimissionario sì, ma presente di profilo, in controluce, negli eventi prossimi della Chiesa. Presente in absentia.
Quelle frasi di quel film sono passate, giustamente, alla storia. Ci passerà anche l’atto di questo papa?
Condivido,provato sulla mia pelle, l’assenza talora è più forte della presenza.
Esperienza -tanto per rimanere in tema- provata con Giovanni Paolo II. E’ vivo più che mai tra di noi.
L’ormai ex pontefice,Benedetto XVI, per quanto spogliatosi dell’abito, continuerà a essere marcatamente presente.
D’altronde la massima assenza – presenza è Dio.
Il paradosso della presenza/assenza a Celestino, suo predecessore, costò l’esser murato vivo…una mezza morte, una mezza vita, un mezzo papato….