Vedo il bus rosso a due piani, ed è subito Londra.
Quando poi lo vedo ondeggiare per le strade, affrontando curve, pedoni, asfalto come se tutto fosse possibile, mi sembra di essere in compagnia di Harry Potter e del suo Knight Bus, il famoso “Nottetempo” che maghi e streghe utilizzano per spostarsi.
Un viaggio al piano superiore, seduti in pole position, col vetro panoramico a sbobinare davanti ai vostri occhi la City, è un’esperienza davvero magica.
Altro incantesimo, ma è “solo” civiltà, è la fila ordinata e tranquilla per salire sul bus: solo dalla porta anteriore e tutti col biglietto da mostrare al guidatore. Senza spintoni né caos. E soprattutto senza nessuno ad ordinare di comportarsi così. Come se fosse naturale. Perché tale dovrebbe essere.
Ecco forse perché io assimilo una corsa su un bus londinese ad un romanzo di Harry Potter. Pura fantasia.
Hai proprio ragione: pura fantasia!
La scorsa estate andavo al mare con il bus. Per stare davanti (visto che soffro un po’ il mal d’auto) arrivavo mezzora prima della partenza e mi posizionavo sulla pensilina in prossimità del luogo in cui generalmente il bus si ferma e apre la porta anteriore. Man mano che arrivava gente, la speranza di occupare il posto in prima fila svaniva sempre più. E ogni volta, travolta dall’onda di chi era arrivato da poco, protestavo dicendo che un paese civile si distingue dal rispetto delle persone, facendo proprio l’esempio degli inglesi, sempre rigorosi nel fare le file.
A me è successo in mensa, a Cambridge, di superare la fila solo per vedere i piatti proposti, ma l’intenzione ovviamente era quella di ritornare immediatamente al mio posto nella fila. Mi ha fatto vergognare non poco il commento che ho sentito al mio indirizzo: “Italian!” con quell’aria di disprezzo che, provenendo dagli inglesi, popolo che adoro, mi ha ferita molto.
Bello il paragone con Harry Potter. Un personaggio che, tuttavia, non ho mai amato. Mai letto un libro della Rowling.
Buona giornata, cara Ester. Un abbraccio.
Cara Marisa, comincia ora a leggere Potter! Tutte le atmosfere inglesi che tanto ami le ritrovi tutte, a partire dal primo volume. Vedrai che troverai quanto non pensavi… Da Dante all’attualità!
Un abbraccio, Ester.
Mio figlio li ha letti tutti ma io non sono mai stata attirata. Non ho nemmeno visto i film. E’ vero quanto dici sulle atmosfere inglesi, però è proprio il genere che non amo. Tuttavia, vedrò di seguire il tuo consiglio (ormai la prossima estate perché ora non ce la faccio proprio). Già una volta mi hai convinta a leggere Camilleri: l’ho fatto ma sono arrivata, con estrema sofferenza, alla fine di un solo romanzo. Non ce la faccio eppure leggendo mi pareva di sentire mia nonna sicula, con quella cadenza inconfondibile che nemmeno tutta la vita passata al nord le aveva fatto perdere.
Grazie del consiglio.
Buona notte.
Pare,cara Es, che tu stia descrivendo un altro pianeta.
Da cosa dipende questa differenza ? Da messaggi iscritti nel DNA dei londinesi, dalla capacità di dare valore al concetto di civiltà?
Certo all’interno di uno scenario così educato anche un tour nella city nel caratteristico bus rosso regala emozioni indescrivibili.
E’ davvero fantasia immaginare in Italia un simile modo di comportarsi nel salire su un mezzo pubblico, perchè, se non si vuol difendere la propria posizione, tanto vale lasciar passare e accontentarsi almeno di riuscire a salire alla fine, sperando di non subire la beffa che gli assaltatori siano magari anche portoghesi!
Ciao cara Ester, buon martedì!
Cara Marisa, condivido il tuo parere, ma diciamoci la verità, per quanto i Londinesi siano educati e precisi, non sottovalutiamo la grande creatività e il grande estro degli italici, un popolo che nell’arte e nella cultura rimane grande ed unico!! E poi -si sa- c’è italian and italian. Purtroppo a causa di molti italiani i veri italiani subiscono ingiustamente il disprezzo.
Ciao, buon lavoro, che, da quanto colgo dalle tue parole , non manca. Sonia.
Cara Sonia,
certamente ci sono degli Italiani di valore e i vizi, diciamo così, non rendono onore alla stragrande maggioranza del popolo. Però in Inghilterra vedo sempre sguardi di disapprovazione nei confronti degli Italiani, qualsiasi cosa si faccia. Perché sì, siamo creativi ma purtroppo siamo anche un po’ restii al rispetto delle regole. Ad esempio, nell’ultimo viaggio a Cambridge la puntualità a lezione non era una dote comune. Ma lo sguardo fulminante del tutor, rivolto a chiunque arrivasse in ritardo, è bastato a farci rigare tutti diritti. Insomma, l’educazione conta quanto la cultura. Avremmo bisogno di una bella rieducazione (almeno vedendo con quanta tranquillità certi colleghi arrivano in classe, con dieci e anche venti minuti di ritardo. Poi non stupiamoci che gli studenti passino dal bar, al ritorno dalla palestra, a mangiare il cornetto e a bere il cappuccino, tra un’ora e l’altra!) ma per farlo bisognerebbe vivere per un po’ all’estero. Anche se credo che, una volta ritornati in patria, in breve tempo si ritornerebbe alle cattive abitudini.
Grazie, il lavoro non manca affatto. Buona serata a te.
Invece io ho letto tutti i libri di Harry Potter! E invito a farli leggere ai ragazzi fin dalle elementari. Raccontano di un percorso evolutivo dalla infanzia all’adolescenza e mettono in rilievo valori come l’amicizia, la collaborazione, il rispetto, il coraggio, la tolleranza, la fiducia nelle proprie capacità, il tutto alimentato dalla ” magia “.
Non è forse la magica fantasia che spesso viene frenata se non annientata dai luoghi comuni, dalle mode, dalla TV spazzatura?
Leggendo ho ripercorso le tappe della mia adolescenza e…sì mi sono divertita!
Peccato che nelle nostre stazioni non si possa trovare il binario 9 e 3/4 per entrare nei nostri sogni…
Love
L
D’accordo con te, cara Laura. Porto con me il discorso di Harry Potter allo specchio e l’incontro con le anime dei suoi genitori…
Un abbraccio, Es.
Ps: quel magico binario a Londra c’è, alla stazione di King’s Cross, da dove Harry prende il treno per la scuola di magia di Hogwarts…
Cara Marisa, hai pienamente ragione. Gli italiani educati sono mosche bianche.
Condivido in particolare quanto scrivi sul comportamento di certi colleghi che evadono le regole, sono spesso assenti, in ritardo in tutti i cambi d’ora. Ma il compenso economico è il medesimo!
Un fenomeno di malcostume che riguarda anche altre attività. Pensiamo a quanto accade nella P A, il gran calderone della PA, scenario raccapricciante in cui è ora che qualcuno ponga ordine, distinguendo in base al merito. Un pò di meritocrazia sarebbe una buona e razionale medicina per il bel paese,
Ottimo il concetto di rieducazione, ma, finchè non si investe nella scuola e nell’università, si avrà sempre più degrado.La restaurazione della nostra terra deve essere culturale in senso lato.
Ma….chi rieduca coloro che rivestono la funzione di educare?
Ciao, grazie per l’attenzione e buon week- end.
Con stima, Sonia.
Cara Es, credo che ti porterai dietro per molto quei frammenti di una magica Londra. Infatti quando ne parli, voli…….
Ciao buon fine settimana.