Chiamate anche Jacket potatoes, ovvero patate con la “giacchetta”, la buccia. Quelle che noi chiamiamo al cartoccio o al forno.
Charles Dickens lo definiva tipico cibo da pub, come quelli da lui frequentati, The Spaniards Inn del 1585, immortalato nel libro “Il Circolo Pickwick”, e Ye Olde Chesire Cheese ricostruito nel 1667 su fondamenta del XIII secolo, vetri piombati e luce fioca come raccontato dallo scrittore nel romanzo “Una storia tra due città”.
E allora cominciamo a cucinare con Charles…
A fare atmosfera luci basse e un forno già caldo in attesa delle patate lavate e bucherellate. Poi entriamo per 45 minuti in uno dei romanzi di Dickens, camminando per le strade della sua Londra buia e nebbiosa, scorgendo da un vicolo un ragazzino, forse Oliver…
Ma il dovere/piacere ci chiama. E poiché le “patate in giacchetta” vanno gustate caldissime, i movimenti successivi sono rapidi: tolte dal forno le patate vanno incise a metà e rese golose con burro salato. Se è momento di golosità aggiungete una punta di formaggio, cheddar se volete stare ancora un po’ in compagnia di Dickens…
Indubbiamente la Londra di Dickens ha lasciato il segno , un segno anche culinario.
Mi piace questa mescolanza fatta di esperienza di viaggio, di letture e di cucina .La patata poi è un alimento così versatile e così delizioso nelle sue varianti che riesce a entrare dignitosamente anche nei banchetti più sofisticati.
Con questo richiamo, cara Es, mi induci a riprendere qualche passo del grande ” Circolo Pickwick”:
Immagino le emozioni provate a Londra…………..
Se la giacchetta è proprio la buccia, più che da mangiare sembrano adatte per scaldarsi, o meglio scottarsi, le mani!
Però sono gustose, è innegabile, anche in un’atmosfera nostrana!
Anche perchè quella Londra a me fa solo tristezza!
Ciao cara Ester, buona giornata, magari senza neve!
Pensa che ogni volta che vado in UK le patate le pelo perché non sopporto l’idea di mangiarle con la buccia (nemmeno quelle piccole novelle). Però la descrizione che di questo semplice alimento hai fatto è talmente poetica che … quasi quasi me le mangerei. 🙂
Un abbraccio.
Se servisse a far venire Dickens a casa mia, le cucinerei ogni giorno 😉
@ Monique
Quanto hai ragione, cara Monique!
A presto, Es.
@ marisamoles
Anch’io lascio di solito la “giacchetta”, ma lassù mangio tutto!
Un abbraccio, Ester.
@ Sergio Baldin
E’ vero che la Londra di Dickens rimanda a tanto sfruttamento e tristi condizioni di vita, ma pensi che ora da noi sia molto diverso? Questo è addirittura vergognoso.
A presto, Es.
Ps: da te tanta neve?
@ sonia
Sto pensando, cara Sonia, ad un sito di viaggi…
A presto, Es.
Ps: per ora solo scrutini…
Credo che la nomea della Londra triste e fumosa che richiama gli effetti della seconda rivoluzione industriale sia ormai da sostituire con l’immagine di una città allegra, pulita, e cosmopolita.
Ciao, buona giornata.