“Passare la calle” è l’attraversamento della strada, potente simbolo per raccontare la trasformazione di ciascuno durante l’esistenza, una “passacaglia” che è antica forma musicale dal ritmo basso-ostinato, come sono i passaggi della vita.
Così Franco Battiato, insieme al poeta Manlio Sgalambro, rielabora, nel suo ultimo album “Apriti Sesamo”, la “Passacaglia della vita” del compositore del Seicento Stefano Landi, affrontando quella tematica a lui così cara della trasformazione dell’io, che passa attraverso la consapevolezza e il ricordo di sé, di gurdjieffiana memoria.
Ecco allora versi ritmici insistenti sul presente (“La gente è crudele / e spesso infedele / nessun si vergogna / di dire menzogna“), seguiti da quelli nostalgici sul passato (“Vorrei tornare indietro / per rivedere il passato / per comprendere meglio / quello che abbiamo perduto“), incalzati da quelli consapevoli sul sé (“Ero in quinta elementare / entrai per caso nella mia esistenza / fatta di giorni allegri / e di continue esplorazioni / e trasformazioni dell’io“).
Un’occasione d’autore per esplorare la propria consapevolezza.
Battiato è un cantautore molto sensibile e intelligente. I suoi ritmi poi sono già di per sè un canale verso l’interiorità. La sua musica è fortemente evocativa. Mi colpisce questa passacaglia, in particolare l’affermazione “nessun si vergogna di dire menzogna”, confernando in musica una delle perdite più eclatanti dei nostri anni, quella dell’ AIDOS , del senso della vergogna.
Un successo assicurato.
Sono così profano che non ho capito nulla della tua pur esaustiva spiegazione.
Piuttosto, l’accenno alla trasformazione. mi ha fatto pensare che Battiato ora ha anche altro a cui pensare, avendo accettato l’incarico di assessore alla regione Sicilia, magari in mezzo ci sarà un pò anche di questa sua trasformazione!
Un abbraccio cara Ester, che sia un buona settimana pure per te!
ascoltando battiato provo sempre un senso di paradosso: la denuncia dei misfatti, della deriva socio-politica, dei nostri fallimenti lascia comunque spazio ad uno spiraglio di speranza, di ottimismo futuro.. forse e’ la musicalita’ sottesa alle parole, forse e’ appunto il senso di trasformazione continua… siamo cambiati, fin qui.. ma cambieremo ancora… ed e’ un bell’augurio 🙂