Avete notato che è un fiorire di teschi in ogni dove, abbigliamento, oggettistica, bigiotteria, che neanche una congregazione di trappisti in riunione plenaria?
Ovunque ti volti una faccetta smunta e ossuta ad invocare a voce spenta un “memento mori” collettivo.
E allora mi sono chiesta perché proprio ora? Che sia l’avvicinarsi a veloci passi della fatidica data Maya? Che sia la crisi ad averci reso tutti più depressi e realisti? Che sia il grido affannato e tumultuoso della natura a ricordarci il nostro corso?
O che invece questa smaniosa negromanzia sia un banale modo per esorcizzare inneggiando alla vita, come lo scheletrino che i commensali si passavano, ridendone, alla cena di Trimalcione?