Da poche ore al Lingotto di Torino si è aperto il “Salone del Gusto e Terra Madre”, per la prima volta insieme, a dimostrazione che il cibo è territorio, cultura, gastronomia, società, natura. Slogan di questa edizione è “Cibi che cambiano il mondo”, un progetto ma anche un augurio nella volontà di preservare ambiente e salute di ciascuno attraverso l’elemento indispensabile alla vita.
“Mettere all’interno del Salone i prodotti di 100 Paesi del mondo segna un punto di partenza, per fare di questo appuntamento il più grande appuntamento del mondo della gastronomia e dell’alimentazione” ha detto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food all’inaugurazione, in un Palaolimpico affollato di kimono, sombreri, tuniche, gilet in un linguaggio che racconta i colori e le specificità del mondo.
Stamane sono state raccontate (tra gli interpreti anche il Premio Nobel Dario Fo) queste parole: fame, biodiversità, educazione, acqua, rete, seme, energia, terra.
Riflettiamoci e ciascuna scelga la propria, difendendola nella quotidianità. Fino a farne un presidio.
Spesso si trascura il fatto che la globalizzazione può, utilmente o negativamente, interessare anche questo settore, rispetto al quale, per contro si parla sempre di più di prodotti a chilometri zero.
Forse l’industria e spesso la speculazione, mettono da parte la salute, a beneficio del profitto, così che finiamo per sviluppare diffidenza anche per la genuinità di esotica provenienza.
Penso che un simile accostamento debba sopratutto scongiurare simili pregiudizi, che spesso sono pure serie preoccupazioni.
Un abbraccio e felice weekend cara Ester, magari con visita a quel salone!
Gusto del cibo , gusto della parola: un bel connubio che evidenzia tutto il sapore della vita!
Un appuntamento importante quello del salone di una città sempre più internazionale, che ha il pregio di privilegiare con questa manifestazione una cultura spesso dimenticata, che attraverso i sapori, ci ricorda il fondamento del nostro esserci. Meravigliosa kermesse di prodotti di provenienza mondiale che creano una vertigine di aromi al sensibile olfatto dei visitatori. Ha del prodigioso l’arte gastronomica che declina la materia prima della terra in piatti prelibati, ricchezza per il palato e per l’economia.
Tra le parole tema faccio mia “energia”, vocabolo che nel suo etimo greco racchiude il significato di vigore, di forza, di lavoro, e che simboleggia bene quanto la ricchezza della Terra madre sia valorizzata proprio dall’attività umana.
Però, mi chiedo, perché di fronte a tante risorse più di un terzo della popolazione mondiale soffre la fame?
27 mila persone nella giornata inaugurale descrivono nel migliore dei modi come il cibo possa essere società e cultura. Si può inoltre trarre esempio fin dagli antichi romani, passando nelle corti medioevali, come i “banchetti” siano un mezzo di unificazione.
“…fame, biodiversità, educazione, acqua, rete, seme, energia, terra….
Riflettiamoci e ciascuna scelga la propria, difendendola nella quotidianità. Fino a farne un presidio”
difficile scelta…. l’esperienza degli ultimi due anni mi spinge a dire: “rete”
Prima dei più recenti “disastri” alimentari (metanolo, diossina, atrazina, mucca pazza) noi consumatori siamo rimasti perlopiù indifferenti. Con il silenzio abbiamo consentito che le industrie dilatassero a dismisura i loro profitti, inquinando sempre più il nostro cibo. Siamo ciò che mangiamo”. Ma cosa mangiamo? Cominciamo col constatare che il nostro cibo quotidiano è pieno di orrori: additivi, farmaci, pesticidi, impurità e anomalie biologiche. Ogni anno, assieme al “normale” cibo, ingurgitiamo più di 12 Kg di sostanze chimiche…Quindi ben vengano quelle iniziative tendenti a sensibilizzare su un tema così importante e vitale. Anche se poi con il carrello della spesa, l’occhio spesso cade più sul prezzo che non sulla qualità dei prodotti.
Ciao, un abbraccio
@ Raffaele
E’ vero, caro Raf. Ormai guardiamo solo più il prezzo delle cose, un po’ per necessità, un po’ per stile di vita. Questo ci ha lasciato il “malaffare”.
Un abbraccio, Ester.
@ rosanna
Benvenuta sul mio treno! La “rete” unisce, questa è la sua forza. Anche se “la maglia rotta nella rete” permette di conservare l’idea della fuga…
A presto, Es.
@ Edoardo
Pensa ai momenti in cui “viriamo” sul cibo… Un modo per “salvarsi”, condividendo.
A presto, Es.
@ Sonia
Condivido la tua domanda da un milione di dollari.
Ps: oggi ho riportato a scuola 50 test corretti, riportando a casa 50 temi. Penso di essere in perdita…
Ciao Rosanna, che bella sorpresa! Mi raccomando: rimani in rete!