Non riesco più a guardare i Faraglioni nello stesso modo.
La “colpa” è di Carla Viparelli e della sua arte. Già, perché da quando ho “viaggiato” tra le opere di quest’artista, di cui mi onoro di esserne amica, i “miei” faraglioni sono mutati. E’ cambiata la mia percezione degli stessi dopo aver visitato la mostra di Carla, “Costanzo uomo delle coste”, allestita come una piccola isola in uno dei miei luoghi di Capri, la Libreria “La Conchiglia”, vera istituzione culturale dell’Isola grazie ad Ausilia Veneruso e Riccardo Esposito, editori attenti ed intuitivi.
Di fronte al quadro di San Costanzo mutato in faraglione (o il faraglione trasformato nel santo?) mi si è mostrata la “costa” del santo migrante, che lasciava tracce del suo andare. Quelle relique che Carla Viparelli riesce poeticamente a trasferire nelle sue opere, regalandoci una geografia nuova, inedita e sacra.
Ecco perché non riesco più a guardare i Faraglioni nello stesso modo. Ora, appena mi affaccio a quella visione incantata, si presenta alla mia vista il Santo Faraglione. Indelebile metamorfosi percettiva.