Il frinire delle cicale. Per me è questa la colonna sonora dell’estate.
Se non sento il loro chiacchiericcio nell’aria so che una certa temperatura non è ancora stata raggiunta.
Mi piace il suono delle loro confidenze. A volte mi unirei a loro.
Poi scelgo di ascoltarle. In rigoroso silenzio. E in mistica adorazione.
E le cicale, stupite del mio interesse per loro, per un momento tacciono del tutto.
Per poi riprendere il loro racconto fitto fitto.
E io, all’ombra della pineta, riprendo ad origliarle…
Cara Ester, hai dato un tocco poetico al frinire, a volte fastidioso, delle cicale, Ti confesso che quest’anno non hanno mai smesso di cantare… Dalle mie finestre le sento tutta la notte, non ho mai posto attenzione al loro raccontare, ora proverò ad ascoltare in maniera diversa!
Un saluto affettuoso!
Concordo con Lucia, hai rappresentato qui momenti, come se ci si fosse davvero, anche se le cicale parlano una lingua a noi incomprensibile.
Da me sono i galli che cantano, prima dei trattori che passano, che mi fanno da sveglia al mattino!
Ciao Ester, un abbraccio e felice settimana a te!
Sono molti i suoni dell’estate, suoni dolci, frzzanti che racchiudono poteri naturali di felicità, di gioia panica. Mi sono chiesta spesso che cosa devono comunicare glli insetti, gli uccellini come le cinciallegre o i merli che coi loro schicchi miodulati su ritmi sinfonici fanno da sottofondo permanente alle mie giornate immersa in un mondo di sogno….fatto di lavoro, di escursioni, di passeggiate e di letture.Ciao, buon proseguimento, cara Es: