Il vero gioco del pallone non è quello che vediamo in questi giorni agli Europei.
Il gioco autentico è quello dei ragazzini che all’interno di un portone, sotto il sole battente di giugno, dimenticano il mondo rincorrendo il pallone. Dribblando, scartando, cadendo, facendo e subendo gol.
In piena felicità. Tale perché solo sfiorata, mai avvertita.
Respirata però a pieni polmoni, per il futuro.
praticamente è il gioco giocato, almeno finché è stato possibile!
Poi, lo ammetto per primo, quello guardato è tutta un’altra cosa, di livello tecnico ben differente, ma forse con meno cuore!
Ma tu qui hai fatto ricordare le pallonate di ogni occasione possibile, sul cortile di casa, sul prato, nei campi con l’erba appena tagliata: il passatempo delle domeniche!
Ciao cara Es, felice giornata!
Quel pallone giocato dai ragazzini, caro Sergio, è
“Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.”
Come sempre Montale arriva alla soglia dell’indicibile.
Un abbraccio, Ester.
Come sempre la purezza e l’innocenza si trova nei piccoli, promessa per un futuro migliore e pulito.
Aveva ragione Rousseau a predicare l’incontaminata bontà originaria dell’uomo , destinata a corrompersi a contatto con la civiltà.Sempre che si possa parlare di civiltà….
se c’è una cosa estrania alla mia vita è proprio il gioco del pallone. Purtroppo anche se non ne voglio sapere i media ne fanno un grande sponsor tanto che è vero i terremotati che vivono nelle tendopoli sono venuti in seconda linea, così le elezioni greche molto importanti per il futuro dell’Europa, anche i tele giornali sono condizionati molto brevi il primo posto lo prende i giochi europei del pallone,Forse noi italiani cerchiamo lo svago per dimenticare che siamo nella crisi più nera dal dopo guerra, mentre loro che tirano due calci sono pagati a fior di quattrini.
I bambini che giocano al pallone sono qualcosa di magico, per l’idea di spensieratezza, e quella di squadra, e quella di libertà, e quella d’impegno…
Per me sono ricordi di gioventù!
La domenica a casa di corsa da messa, un prato tagliato e 4 bastoni ed avevamo già il nostro stadio!