“Gridano al poeta:
Ti vorremmo vedere accanto al tornio.
Che sono i versi?
Certo che a lavorare mica ce la faresti.
Forse
è per noi
più caro d’ogni altra occupazione,
il lavoro.
Sono anch’io una fabbrica.
E se non ho
ciminiere,
forse,
per me
senza ciminiere è ancora più difficile.
Ma chi
può accusarci d’essere oziosi?
I cervelli forbiamo con la lima della lingua.
Chi è superiore:
il poeta o il tecnico
che conduce gli uomini al benessere?
Sono uguali.
I cuori sono motori.
Soltanto insieme
abbelliremo l’universo.”
Vladimir Majakovskij, “Il fiore del verso russo“.
Dovrebbero riconvertirla in “Festa dei disoccupati, della Flessibilità in uscita, del Lavoro che non c’è”
Sa molto di cornice senza tela, o meglio la tela esiste, ma la cornice né sovrasta la sua bellezza.
D’accordo con te, caro mbj! Ci hanno rubato la “tela” pensando la confondessimo con la “cornice”…
A presto, Es.
Cara Es, i versi che hai scelto per la ricorrenza del primo maggio riflettono l’antica questione del rapporto lavoro fisico e lavoro intellettuale, spesso questo considerato da chi utilizza la forza del corpo come un divertimento , un non- lavoro .
Intanto è il caso di dire che ogni attività è dignitosa, necessaria e rispettosa e – come ben sottloinea Majakovskij – poesia e tecne non sono autonome , abbisognano una dell’altra per forgiare e abbellire il mondo. Ritengo che più che mai oggi l’attività letteraria come quella speculativa in genere debba assumersi il compito di definire i limiti etici della tecnologia, della tecne. Ma il vero problema contemporaneo consiste nella carenza di lavoro, soprattutto nel mondo giovanile, aspetto che solo a parole si sta cercando di risolvere.Come continuo a ribadire , ulteriori tasse non contribuiranno alla ripresa e all’occupazione, anzi…
Buona festa a tutti.