Estratto di conversazione, Consiglio di Classe (quarta liceo scientifico), anno 2012.
– Professore di Lettere (con tono dispiaciuto): “E’ un peccato che questi studenti non abbiano mai letto “Pinocchio”, anche perché diversi personaggi metaforici hanno lì la loro ‘culla’ “.
– Genitore di studente (con tono stizzito): “Non so perché vuole che leggano “Pinocchio”, che è anche un libro spesso [sob!]. Non era meglio che leggessero già in preparazione alla classe quinta del prossimo anno “Il piacere” di D’Annunzio o Pavese?“.
– Professore di fisica (con tono divertito e orgoglioso): “Ah, nemmeno io ho letto “Pinocchio”! [sob!]”.
Le considerazioni in merito sarebbero numerose, ma io mi limito a tre.
1) Sarebbe sempre auspicabile il rispetto del lavoro altrui, specie se tale lavoro non è quello abitualmente svolto, perché le coordinate sottese a qualsiasi scelta lavorativa non sono mai, si spera, casuali. Per un chirurgo, per esempio, usare un ferro al posto o prima di un altro non penso sia una scelta randomizzata.
2) I “gusti” sulle letture rimangono sempre personali e l’orizzonte a loro intorno è talmente esteso e in movimento che si può pensare di coglierne solo una parte e, se si è particolarmente fortunati, il suo “raggio verde”.
3) Ogni scelta intorno ai libri, anche a scuola, resta quindi opinabile per sua stessa definizione. Ciò non toglie che i libri non siano assegnati a random ma, per quanto mi riguarda, pensati intorno ad un percorso deciso ad inizio anno scolastico in base al gruppo classe. Su tale percorso lascio poi cadere le “briciole di Pollicino”, illudendomi e sperando che alcuni “cibi” li si senta così “appetitosi” da poterli poi cercare in base ai propri tempi, gusti e sensibilità. E talvolta accade. Altro sono i “fondamentali” quali D’Annunzio o Pavese che vanno “accompagnati” e contestualizzati. Spesso leggere certi autori prima di Leopardi risulta comunque poco utile. Come non aver letto “Pinocchio” una prima volta da piccoli. E’ questione di tempi. Rispettarli fa la differenza. Come i turni di conversazione.
Io sono un gran lettore e talvolta anche un “consigliatore” di libri e letture, però di fronte al contesto e poi alle tue considerazioni, evidentemente a ragion ben veduta e soprattutto con specifica competenza, mi vedo un pò a mal partito nel dire la mia, senza rischiare di farti aggiungere un “sob” in più!
Sono convinto che le letture, nell’ambito di un percorso scolastico e didattico siano altra cosa di quelle che mi possono riguardare, libere, interpreti di un modo di passar bene il tempo, oppure di mantenere viva la mente, oppure di tante altre ragioni, per ognuno una diversa dall’altra!
Comunque Pinocchio credo di conoscerlo abbastanza bene, però non ricordo e forse non credo nemmeno di averlo mai letto neppure io!
Un abbraccio e lieto fine settimana!
Penso che il problema per molti insegnanti sia essere costretti a confrontarsi nei consigli di classe con certi genitori. È evidente che un genitore difficilmente è a conoscenza della logica di un percorso formativo, salvo che non sia a sua volta un insegnante. Presumo poi che molti non abbiano neppure la modestia o l’umiltà per ascoltare ed accettare certi consigli.
Quando facevo l’allenatore di calcio, uno dei problemi maggiori e difficilmente risolvibili dalla maggior parte dei miei colleghi, era l’invadenza dei genitori. Tutti sapevano cosa doveva fare il loro figlio e come doveva stare in campo, 15 allenatori in tribuna tutti ad urlare e dispensare esperti consigli.
Questo era il primo problema del quale mi occupavo prima di iniziare la stagione. Convocavo tutti e poi dicevo loro: la squadra è come un’orchestra ed un’orchestra ha un solo ed unico direttore. Qui il direttore sono io e non gradisco certi comportamenti ed intromissioni. Se non vi piace, siete liberi di portare vs. figlio in un’altra società. Ma ammetto che nei primi tempi alcuni non prendevano la cosa molto bene, ma poi si sono adeguati. Certo l’esempio non può calzare con quello che hai descritto tu, ma rientra nella sfera delle interazioni tra insegnanti e genitori.
A proposito di Pinocchio, in una famosa intervista di Fazio a Carlo Fruttero, gli fu chiesto quali erano i 5 o 10 libri fondamentali per lo sviluppo della cultura o quali fossero quelli che lui riteneva essenziale aver letto. Uno dei primi ad essere citato fu appunto Pinocchio. Condivido il suo pensiero e ricordo di aver provato a parlarne con parecchie persone, ogni qualvolta si parlava di libri. Purtroppo quasi tutti ritengono Pinocchio una lettura frivola, infantile ed esclusiva dei bambini.
Scusa se sono stato prolisso, ti auguro una buona giornata, ricca di confronti con i tuoi studenti e povera di consigli di classe.
Un abbraccio
@ Raffaele Cozzolino
Ti ringrazio per aver ricordato il giudizio di Fruttero su “Pinocchio”, ma forse anche Fruttero, per alcuni genitori di studenti, potrebbe essere poco “appropriato” e alquanto “spesso”… Un mio collega qualche tempo fa mi disse che il nostro lavoro è come quello dell’allenatore della Nazionale, in cui tutti dicono la loro sull’unica formazione possibile…
Un abbraccio, Ester.
Ps: non sei mai prolisso, Raffaele, e in questo caso leggerti, condividendo libri e pensieri, mi ha fatto particolarmente piacere.
@ sonia
Grazie, cara Sonia!
Un abbraccio, Ester.
@ marisamoles
E’ stata la prima volta che ad un Consiglio di Classe ho sentito tante gratuite parole in libertà. A volte arginare tranchant alcuni fiumi in piena sarà meno democratico ma sicuramente più sano verso se stessi.
A proposito del mio “cliente” Pinocchio, di cui mi sento ormai il suo “avvocato d’ufficio”, si può anche non averlo letto, come tanti altri libri vivaddio, ma è la supponenza e l’arroganza nel sostenere che non vada letto a rappresentare la vera “ignoranza”, nel senso di “non considerare” l’idea di un altro.
A presto, Ester.
….E come i ruoli che ognuno deve rispettare!
Nella scuola sempre più si sente di genitori che scavalcano la loro funzione ( o forse neanche la ricoprono) per atteggiarsi a consiglieri didattici, atteggiamento di profonda maleducazione e di irrispettosità nonchè di sfiducia nei confronti del docente che , per fortuna , può ancora usufruire della libertà di insegnamento.
Un’osservazione come hai ricevuto, cara Es, proprio in relazione ad una lettura fondamentale e fondante la nostra pedagogia , è indizio di profonda miseria culturale e morale! Infatti basta osservare il mondo intorno per cogliere le cause di tanta decadenza……Ahimè come siamo caduti in basso.
Le tue parole, Es, rivelano una passione profonda per il lavoro che svolgi, in cui credi davvero.
Io raramente ho avuto problemi con i genitori e questa è una fortuna, indubbiamente. Ma ricordo una volta in cui feci leggere “La storia” della Morante e, pochi giorni dopo, arrivarono due genitori con un pacco di fotocopie in cui avevano accuratamente sottolineato tutte le parolacce. Ovviamente si rifiutarono di far leggere il libro al figlio e non lo lasciarono nemmeno andare in Australia per tre settimane, con uno scambio, non perché costasse troppo ma perché senza di loro non concepivano che il figlio andasse così lontano. 😦
Cara Ester, certi genitori sono la rovina dei figli e non se ne rendono nemmeno conto. Non capiscono neppure che queste “acque chete” prima o poi si ribellano …
Comunque, devo confessare che nemmeno io ho letto mai Pinocchio in edizione integrale ma solo quella che avevo comperato per i mie bimbi. Ho visto però il cartone Disney e le due fiction televisive. Spero di essere assolta lo stesso. 🙂
Ester conosco benissimo questi problemi, voglio ricordarti che il tuo lavoro è una missione….Abbi tanta pazienza con questi genitori.
Con stima e amicizia
Lucia
Che cara che sei Lucia! Sempre con quella grazia che ti contraddistingue… E in certe giornate di profonde riflessioni su quel “lavoro/missione” scelto con convinzione dopo altri (fatti di comunicati stampa, televisione, comunicazione, interviste), leggere alcune parole è un balsamo. Grazie.
Un abbraccio, Ester.
Forse se tutti rileggessimo “Pinocchio” non avremmo come primi titoli sui giornali, storie di Gatti&Volpi che rubano i soldi altrui, e di “pinocchi” che se li lasciano rubare ignorantemente.
Il senso di certe letture è proprio quello che tu ricordi, Angelo.
A presto, Es.