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Archive for 20 marzo 2012

Quando la primavera è alle porte spesso ci si ritrova stanchi e con scarsa vitalità, come se il “peso del cappotto invernale” avesse svolto in modo troppo serio il proprio dovere. Allora c’è bisogno di energia, e il suo colore non può che essere quello giallo, che rimanda alla luce e alla forza.

E’ tempo insomma di uno zabajone, quella dolce e spumosa crema a base di uova, zucchero e vino liquoroso. Tra l’altro la sua preparazione è alquanto veloce, e gli occhi possono godere di una tavolozza di colori che dal giallo senape dei tuorli vira, con l’inserzione dello zucchero, al giallo limone, per diventare poi giallo pergamena con l’aggiunta del liquore marsala. A questo punto il composto aspetta il passaggio a bagnomaria e poi si aprono le spumose danze per le papille gustative…

Lentamente ma inesorabilmente si sente rifluire l’energia interna, come se quel “giallo” avesse colorato di forza le nostre interne pareti.

Curiose e varie le origini di quel nome. Dal Capitano Giovanni Baglioni, detto “Zvàn Bajòun”, che nel ‘500 a corto di viveri mandò i suoi soldati a cercarne, e questi tornarono con uova, vino e zucchero, dal cui miscuglio nacque la crema che prese il suo nome “zambajoun”, poi zabajone e infine zabaione. Oppure da Giovanni de Baylon, patrono dei pasticceri torinesi, che lo inventò a Torino nel XVI secolo e che lo utilizzava come ricostituente per chi accusava debolezza. Per un’altra versione la crema è di Venezia dove nel XVII secolo si preparava una bevanda proveniente dalla Dalmazia, aromatizzata col vino dolce di Cipro e detta “zabaja”.

Qualunque sia la nascita dello zabajone, già a pronunciarlo ne sentiamo la vellutata e corroborante golosità.

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