Mi sono chiesta perché mi abbia colpito tanto la foto vincitrice del World Press Photo 2012, autore il reporter spagnolo Samuel Aranda del New York Times. L’istantanea riprende una donna araba completamente avvolta da un velo nero, che tiene tra le braccia un uomo ferito col torso nudo. Uno scatto quasi “rubato” lo scorso ottobre in Yemen durante le proteste contro il presidente Ali Abdullah Saleh, in una moschea divenuta ospedale da campo nella capitale Sanaa.
Il presidente della giuria del prestigioso premio, Aidan Sullivan, ha dichiarato: “La foto ritrae un momento straziante e pieno di compassione, le conseguenze umane di un evento enorme, un evento che e’ ancora in corso“. Quindi il valore giornalistico è indubbio, ma anche quello artistico, al punto che l’immagine del fotoreporter Aranda è stata associata alla Pietà di Michelangelo, in cui la Maria Vergine tiene in braccio il Cristo morto.
Però il mio “incantamento” ho capito esser dovuto a quegli opposti che si toccano, nei colori, bianco/nero, e negli strati, nudo/coperto. Raccontandomi di un mondo ancora possibile, che fa dei suoi alti e bassi la sua forza e il suo futuro.
E’ bellissima questa foto e hai ragione, quello che colpisce è il contrasto, uomo donna (forse!), coperto nudo, forse anche la stanchezza e la forza…
@ Diemme
Hai ragione, anche la stanchezza e la forza.
A presto, Es.
@ Sergio Baldin
Un’attualizzazione è possibile, forse è questo che ci emoziona.
Un abbraccio a te, caro Sergio. Ester.
@ mbj
Ottima intuizione quella sulla nudità. In linea coi tuoi pensieri.
A presto, Es.
@ elena
Cara Elena, bello sapere che la sera, venendo fuori dalla “soffitta” dei tuoi studi entri in quella dei tuoi pensieri facendo una fermata sul mio treno. E come sempre, imparo… E questa commistione insegno/imparo mi rimanda la bellezza di alcuni incontri.
Un affettuoso abbraccio, Es.
Incredibile. Le linee dei contorni, la posizione dei due corpi richiama profondamente la scultura di Michelangelo , a conferma dell’universalità e dell’eternità del messaggio contenuto nella Pietà : Maria Vergine è la madre universale , che incarna a maternità e il sentimento di compassione di tutte le madri del mondo.
Un’immagine toccante, adeguata per accogliere il primo giorno di Quaresima.
Anch’io, d’acchito, sarei propenso a vedere una foto di qualche quadro che riguardi la deposizione di Cristo dalla croce, magari attualizzata dai guanti e da quelle che sembrano scritte o tatuaggi sulla gamba del ferito!
Non potrei dir altro, sicuramente non dei contrasti che rilevi tu, ma forse qui si tratta di intendersene un pò di foto, cosa che non è da me.
Un abbraccio cara Ester e serena giornata a te!
Quella nudità è molto più coperta di quanto non lo sia quel corpo ricoperto dal velo.
scusate mi spiegate i guanti di lei?
Chiudo il libro di storia dell’arte, esco ancora tutta impolverata dalla soffitta in cui ho stipato tutto quello che ho studiato in questi giorni..Donato Leonardo Raffaello e …Michelangelo, e mi metto a correre per fare anche stasera una fermata sul tuo treno. E’ incredibile come l’oggi è perennemente inseguito dal nostro ieri, e quanto è curioso scoprire che il passato è parte di quello che siamo noi oggi… . cara Es, ti confesso che però non so quanti tra coloro che fanno parte di questo “noi” lo sanno… quanti capiscono l’importanza di ieri per vivere oggi e costruire il domani.
non credo proprio che sia una foto spontanea, ci vedo tanti elementi che fanno pensare ad una posa sapientemente costruita. Quando al confronto con la pietà di Michelangelo, questa foto è inquietante mentre in quella di Michelangelo c’è solo un senso di pace e nulla di cupo.
Direi che sono tendenzialmente d’accordo con te, Antonio.
E’ palese che la foto sia costruita, esattamente come un’opera d’arte. Che poi in Michelangelo non ci sia nulla di cupo… Le drammatiche torsioni dei corpi della Cappella Sistina raccontano le torsioni dell’esistenza sua e di tutti gli umani. Davvero arduo non vedere nella sua Pietà il dramma. E questo accade per ogni pietà…
A presto, Es.
Pardon, le parole hanno un significato. Un contenuto, un messaggio, un’atmosfera o stile può essere drammatico senza essere cupo. Nell’opera di Michelangelo, io, non ho trovato nulla di cupo, ma proprio nulla, e il dramma è molto stemperato da un complessivo senso di pietà composta.