Maus (Maus: A Survivor’s Tale) è un graphic novel di Art Spiegelman, ambientato durante la seconda guerra mondiale ed incentrato sulla tragedia dell’Olocausto, sulla base dei racconti del padre dell’autore, un sopravvissuto ad Auschwitz. L’opera è suddivisa in due parti: Mio padre sanguina storia, che mostra il rapido inasprimento delle condizioni di vita degli ebrei polacchi negli anni precedenti lo scoppio della guerra, e E qui sono cominciati i miei guai, uno spaccato realistico della vita dei deportati all’interno del campo di concentramento durante la guerra. La narrazione delle vicende d’epoca nazista è intervallata da frammenti di vita quotidiana sul difficile rapporto tra Spiegelman e il padre, mostrando così come gli orrori patiti dai genitori si siano estesi anche alla generazione successiva.
Maus, che in lingua tedesca significa “topo”, usa la forma di fumetto allegorico (i tedeschi sono gatti, gli ebrei topi, gli americani cani, i polacchi maiali, i francesi rane e i russi orsi) dando corpo ad una narrazione essenziale nella sua dimensione tragica. Di questo romanzo – che nel 1992 gli ha fruttato uno speciale premio Pulitzer – Umberto Eco ha detto: «Maus è una storia splendida; ti prende e non ti lascia più».
Ps: a proposito di memoria, 45 anni fa sceglieva di chiudere la sua parabola umana il cantautore Luigi Tenco, che di sé scriveva: “Io sono uno / che sorride di rado, / questo è vero, / ma in giro ce ne sono già tanti / che ridono e sorridono sempre, / però poi non ti dicono mai / cosa pensano dentro.“
Un modo nuovo e soprattutto molto efficace per non dimenticare, fruibile soprattutto dalle nuove generazioni abituate alle immagini. Un testo che così come lo presenti mi ricorda gli antichi prodotti letterari in cui sono gli animali a rappresentare le lotte e le tragedie umane.
Insomma un ‘altra veste , ma il messaggio è sempre quello che ci ha trasmesso Levi:
” Ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo”.
Un post che decisamente lascia il segno e ci invita a riflettere su una delle più grandi tragedie dell’umanità.
Due ricorrenze che, messe assieme e pur nella loro diversità e portata, intristiscono un pò questa bella giornata di sole (almeno qui da me).
Ho già commentato altrove sull’importanza di ricordare, anche se viviamo in un mondo che, nel piccolo e nel grande, dimostra ogni giorno di aver fatto poco tesoro degli insegnamenti della storia.
Io ad Auschwitz e Birkenau c’ero stato, l’anno scorso anche a Mauthausen, se avrò l’oppurtunità andrò a vederne altri, perchè qualche volta parole e racconti possono essere poco!
Ciao Ester, sereno fine settimana!
Geniale,
Era a Torino l’altro giovedi sera al Circolo Lettori.
Unico appuntamento in Italia.
Ci sei stata?
Ciao
La memoria è la presenza del passato.
Chi non ha memoria ha un presente dimezzato.
Chi non ricorda svuota il cuore. Chi ha il cuore vuoto non ha ricordi.
Un saluto
Lucia
@ luciabaciocchi
Mi piacciono molto, cara Lucia, queste parole di memoria. Mi piace la memoria.
A presto, Es.
@ Raffaele
Purtroppo no, ma ho segnalato il suo passaggio ai miei studenti.
Un abbraccio, Ester.
Cara Lucia , le tue parole mi ricordano quelle del grande Cicerone che diceva che un uomo che non ha memoria, che non conosce la storia non è un uomo bensì un infante.
Ciao , buon week -end. Qui da noi pioggia e neve .
Io spero in tanta neve che purifichi l’aria ma soprattutto spero che non si ripetano le scosse di terremoto. Voi le avete avvertite ? Io no, ma alcuni, in alto, sì.
Mi hanno colpito oggi le interviste di alcuni cittadini di Berceto , che hanno trascorso la notte fuori casa, e di alcuni bimbi che non hanno mangiato per lo spavento.