Per noi italiani è stato l’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dall’Unità nazionale, ma anche quello della definitiva caduta di infingimenti vari, per cui la parola d’ordine è diventata “crisi” e quella conseguente “sacrifici”.
Per il mondo è stato l’anno in cui alcuni dittatori sono stati spazzati via dalla “primavera araba”, e altri dai Servizi di Intelligence.
Per tutti è stato l’anno in cui la Natura ha fatto risentire la sua forza, richiamandoci al dovere di rispettarla. E a tremare non è stato solo il Paese del Sol Levante, ma l’intera umanità. Con la potenza dell’acqua a sommergere ovunque la nostra indifferenza per l’ambiente.
E poi il 2011 è stato purtroppo l’anno in cui tanti ragazzi, quelli di Oslo, se ne sono andati per la pazzia di uno, e due talenti puri, di voce black e di velocità sic, sono stati chiamati Altrove. In cui il cinema ha perso il lampeggiamento degli “occhi viola” e l’indagine perfetta di un Tenente. E la parola ha chiuso la sua Bocca. Con una Mela rimasta orfana di un grande sognatore. Quei sogni e quell’orizzonte di cui tutti quanti noi continuiamo ad essere “affamati”, ma forse poco “folli”.