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Archive for 5 dicembre 2011

Renè Magritte, "Il telescopio" (1963)

Suderemo e piangeremo. Non avendo ormai altro da offrire, come disse Churchill all’ingresso in guerra del Regno Unito.

E pagheremo, ancora. Perché finora ci hanno fatto credere che vivevamo nel migliore dei mondi possibili.

Questa è l’ultima chiamata. Poi ci lasciano a terra, definitivamente.

E’ stato chiaro Mario Monti, come da tempo non accadeva. Si deve fronteggiare una “crisi gravissima”, perché l’ammontare “del debito pubblico rischia di compromettere quanto costruito in 60 anni di sacrifici da quattro generazioni almeno di italiani“.

Ma la chiarezza brutale si è fatta drammatica certezza con le parole del ministro Fornero: pronunciando il termine “sacrifici”, riguardanti le pensioni, si commuove e non riesce a continuare.

Lì si è rotta la “quarta parete”, quella che solitamente divide gli spettatori dal palcoscenico teatrale, mantenendo la distanza tra la rappresentazione e la realtà. Con le lacrime della Fornero abbiamo compreso che quei ministri non sono politici, neppure nel tentare impossibili equilibrismi per mantenere saldo il proprio elettorato.

In quel momento si è strappato il pirandelliano “cielo di carta”, di cui la politica aveva accuratamente tappezzato l’intero Paese.

Obbligandoci, ora e ancora, a lacrime e sangue.

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