Sarà che in luoghi simili il tempo sembra aver nascosto le lancette, sarà che quel nome “della Malvasia” ti fa sentire le bollicine di un momento festoso, sarà che da queste parti è passato Dante e il suo esilio, sarà che l’impressione di entrare in un “quadro” senza fare danno qui diventa reale, , il fatto è che soffermarsi su questo ponte di Treviso è proprio una Pausa.
E mentre osservo nell’acqua i riflessi di quanti mi hanno preceduto, mi raggiungono di soppiatto, abbracciandomi, le parole di Fulvio Elvas, quelle che scrive in “Commesse di Treviso”: “Non era solo per la parentela che passava a trovare zio Cyrus. Sul Ponte della Malvasia, a pochi passi dal negozio di tappeti, Stucky si rimirava la vecchia facciata di un palazzo e non c’era, nell’intera città, una parete di pietre che gli piacesse di più. La nobile decadenza della pietra ruvida e macinata, il poggiolo all’acqua, l’abbaino conquistato dai colombi in alto, la lunga canna fumaria che affondava nel muro e spuntava in un camino alla sommità, il gelsomino attorcigliato sul balcone a destra, reste d’aglio e una busta di arance dimenticate sulla finestra dell’ultimo piano. Un insieme che gli muoveva simpatia, il sortilegio del tempo e del disordine.“
Parole che sciabordano tra i miei pensieri… Col Maestro, da quella finestra, a farmi l’occhiolino…
Leggere i tuoi post, cara Es, è diventato un piacevole inizio di giornata, la premessa di una …….buona giornata, tantopiù quando ci offri questi squarci idillici di realtà vicine e lontane, vicine alle corde dell’anima , bisognosa più che mai di pause liriche, lontane dal quotidiano respiro di gesti ritriti. Una bellissima pausa che riesci a comunicare con la sensibilità e la maestria che ti qualifica. Sembra di percepire di fronte allo scorcio del ponte della Malvasia l’alito di una brezza carezzevole, il sospiro di chi vive dietro alle finestre di quelle abitazioni di un tempo,il dolce profumo dell’acqua del fiumiciattolo che scorre lento. Amo tantissimo queste zone d’Italia, le terre del padovano e del trevigiano, per la suggestione dei luoghi, per la calorosa ospitalità della gente, per il carattere tranquillo dei borghi, da assaporare come attimi fuggenti.
Ciao, Es.
Buon giorno, anche oggi leggo parole che mi appagano, grazie per le scelte che ci proponi.
Un saluto
Lucia
Ehi Ester, sei venuta a trovarmi a Treviso oggi (anche se io ci abito ad oltre 30 km.)?
Anche per notizie che non conoscevo così, mentre so bene cosa significa la malvasia dalle nostre parti, sebbene oggi sia di moda il prosecco.
Pensa che l’unica vite che mi è rimasta a casa è proprio di malvasia.
Ma a Treviso ci sono più ponti e vedute di quel tipo, è una sua caratteristica, anche per i nomi ed i toponimi.
Allora prendi un’ombra che il vino buono non manca!
Ciao, buon soggiorno virtuale a Treviso!
@ Sergio Baldin
Il soggiorno, caro Sergio, è stato reale per un corso di aggiornamento. Ho scoperto peraltro una zona che non conoscevo, e Treviso mi è piaciuta proprio per i suoi canali, ricordandomi molto Bruges. Scrivi di viti, perciò avrai una vigna, che è un luogo che io adoro per le forti valenze che ha. Conserva quale oggetto di valore il tuo vitigno di malvasia…
A presto, Ester.
@ luciabaciocchi
Grazie a te, Lucia! Ti percepisco come una persona che ha in sé quell’antica “gentilezza” dello spirito che si palesa anche attraverso lo schermo di un computer. Dote rara e preziosa la tua…
Un abbraccio, Es.
@ sonia
Tu sai, cara Sonia, quanto sia fondamentale per me scrivere, un vero daimon… Se poi arrivano le mie sensazioni a chi legge allora sì che è una “bella giornata”! Perché il “cerchio” si chiude, e il daimon si placa…
Un abbraccio, Ester.
@ marisamoles
E’ stato proprio un buon momento la fermata sul quel ponte… Ma come dice Leopardi, ogni luogo diventa “poeticissimo a rimembrarlo”.
A presto, Es.
A Treviso sono stata due volte, sempre di corsa. Purtroppo mi sono persa questo emozionante scorcio che così poeticamente definisci. Però, almeno vedendo la fotografia, assomiglia ad uno scorcio della “mia” Udine: casette in linea che si affacciano sulla roggia e sembrano un angolo rubato al Veneto. D’altra parte anche qui l’influenza veneta non manca … e nemmeno angoli particolari dove l’occhio non può fare a meno di soffermarsi anche se vi si è già posato più volte.
A presto.
Cara Marisamoles,anche se soffermiamo più volte gli occhi sul medesimo luogo, sul medesimo panorama , sul medesimo scorcio,ogni volta proviamo e percepiamo sensazioni nuove, inusitate, uniche,perchè siamo noi ogni volta diversi , anche se passa un giorno soltanto….
Buona giornata !
@ Ester
Non per contraddire Leopardi, ma sei tu che, con i tuoi racconti, sai rendere poeticissimo tutto ciò che vedi. 😉
@ Sonia
Sì, è proprio vero. Ti dirò di più: da oltre venticinque anni vivo a Udine, che è una città che amavo anche prima di trasferimi qui, ma la mia città natale è Trieste, città stupenda e non solo perché sento con essa il legame dei giorni più belli, passati tra l’infanzia e l’adolescenza. Ogni volta che ci ritorno, scopro angoli e palazzi che non ho mai visto, vivendoci. Sono io diversa, effettivamente. Alzo lo sguardo e vedo con occhi nuovi tutto ciò che, nella fretta del vivere quotidiano, non osservavo semplicemente perché il mio sguardo si fermava ad altezza d’uomo. Diciamo che ora forse guardo la mia città un po’ da turista e mi rammarico per non averla saputa apprezzare da ragazza.
Buona serata.
Cara Marisa, arrossisco a ciò che dici… E poi quell’occhiolino finale, quello che mio papà mi stringeva per dirmi “sono con te”… Le “coincidenze” di certi segni…
Un abbraccio, Ester.
Penso che sarebbe bello incontrarsi prima o poi … facciamo a metà strada?
Un abbraccio.
L’ho pensato anch’io, cara Marisa… Proprio oggi raccontavo a mia sorella di certi “segni” che mi giungono da Marisa. Le energie a noi compatibili sono una risorsa preziosa. E di alcune vogliamo incrociare lo sguardo…
Un abbraccio e a presto. Ester.