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Archive for 29 novembre 2011

Sarà che in luoghi simili il tempo sembra aver nascosto le lancette, sarà che quel nome “della Malvasia” ti fa sentire le bollicine di un momento festoso, sarà che da queste parti è passato Dante e il suo esilio, sarà che l’impressione di entrare in un “quadro” senza fare danno qui diventa reale, , il fatto è che soffermarsi su questo ponte di Treviso è proprio una Pausa.

E mentre osservo nell’acqua i riflessi di quanti mi hanno preceduto, mi raggiungono di soppiatto, abbracciandomi, le parole di Fulvio Elvas, quelle che scrive in “Commesse di Treviso”: “Non era solo per la parentela che passava a trovare zio Cyrus. Sul Ponte della Malvasia, a pochi passi dal negozio di tappeti, Stucky si rimirava la vecchia facciata di un palazzo e non c’era, nell’intera città, una parete di pietre che gli piacesse di più. La nobile decadenza della pietra ruvida e macinata, il poggiolo all’acqua, l’abbaino conquistato dai colombi in alto, la lunga canna fumaria che affondava nel muro e spuntava in un camino alla sommità, il gelsomino attorcigliato sul balcone a destra, reste d’aglio e una busta di arance dimenticate sulla finestra dell’ultimo piano. Un insieme che gli muoveva simpatia, il sortilegio del tempo e del disordine.

Parole che sciabordano tra i miei pensieri… Col Maestro, da quella finestra, a farmi l’occhiolino…

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