“Non fu il mare a raccoglierci
Noi raccogliemmo il mare a braccia aperte.
Calati da altopiani incendiati da guerre e non dal sole,
traversammo i deserti del Tropico del Cancro.
Quando fu in vista il mare da un’altura
Era linea d’arrivo, abbraccio di onde ai piedi.”
Erri De Luca, da “Sei voci“, in “Solo andata, righe che vanno troppo spesso a capo“.
Bellissime e profetiche queste righe, grande Erri!
Un saluto
Grande Erri !!!!
Buon inizio di settimana,
Luciana
Queste parole suonano come un canto universale della tragedia della migrazione, esprimono il lamento di una parte dell’umanità che ha alle spalle “altopiani incendiati da guerre” e davanti il mistero e il rischio dell’Oceano, che diventa nella sua abissale incognita l’unico mezzo di salvezza.
I disperati sono i personaggi reali, in carne ed ossa , della nuova epica contemporanea. I nuovi eroi.
Erri De Luca mi è sempre piaciuto e le sue parole sono veramente “forti” e ti lasciano spiazzato dal pensiero della libertà che viene inghiottito dalle onde.
Ho visto uno spettacolo teatrale, qualche anno fa, sulle tragedie del mare nascoste alla storia… il titolo è La nave fantasma
Erri De Luca ha forza narrativa incredibile.
Per i migranti d’oltre Mediterraneo questo è il periodo peggiore per fare naufragio..poveretti.
Ciao