“Il lavoro non viene più eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utile, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte, un privilegio dal quale si escludono parecchi esseri umani per il fatto stesso di goderne, in breve un posto.“
Simone Weil, da “Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale” (1934).
Nel 2011 dal punto di vista del lavoro, siamo ritornati indietro di un secolo. Le grandi lotte dei lavoratori degli anni 70-80, che portarono significativi successi sul fronte dei diritti e della dignità del lavoro, si sono dimenticate. Oggi lavoro è sinonimo di sfruttamento, sia chiaro non in tutti gli ambiti lavorativi, ma ci arriveremo. In ogni contesto, gli unici argomenti di cui parlano sono la produttività, gli utili, i business plan, ecc ecc.
Ogni giorno in Italia muoiono 4 persone sul lavoro, è una vergogna. La gente non arriva più neppure a mangiare, altro che fine mese, poi c’è gente come Marchionne, al quale Chiamparino, Fassino e tanti altri riservano solo inchini e affini, che guadagna 450 miliardi in un anno e chiude fabbriche che non ha pagato lui, nè tantomeno la Fiat, ma tutti gli italiani con i soldi dello stato.
Poi dopo Marchionne, altre migliaia di pseudo manager usciti tutti dalla medesima scuola, master che sono surrogati del Cepu, ma nessuno pensa che quando avranno affamato un intero Paese e la gente sarà in strada affamata ed arrabbiata, non esisterà un posto sicuro per nessuno?
Ciao
Quanti passi indietro sui diritti per cui i nostri bisnonni hanno lottato dando la vita! E che intuizioni quelle di Marx sul “plusvalore” che genera profitto…
A presto, Es.
Il lavoro è la dignità dell’individuo, la sua realizzazione, il mezzo per mettere in atto le sue capacità, abilità al servizio degli altri , di una collettività. Oggi è diventato motivo di competizione , un privilegio – come sottolinei nel tuo post – a scapito di molti. La conseguenza non può che essere regresso, disumanizzazione,alienazione. inciviltà, criminalità. Più diminuiscono gli occupati, più aumenta la tendenza alla delinquenza , per motivi oggettivi.
Pensare che gli antichi ritenevano il lavoro un dono divino, la risposta da parte dell’uomo di risolvere i problemi, le difficoltà apportate dagli dei per indurre il progresso. Oggi si è trovato il modo per ledere in profondità la sacralità del lavoro. Credo che ciò dipenda dal fatto che non si intende più l’attività nel suo valore originario, collegato all’uomo inteso in senso soggettivo , che compie azioni che devono servire alla realizzazione della sua umanità; bensì se ne ha una concezione oggettiva e materialistica che vede l’uomo come mero strumento di produzione. Il vero imputato è l’accelerato sviluppo della civiltà unilateralmente materialistica , dovuto alle correnti del pensiero materialistico ed economicista.
Come fare per recuperare la dimensione personale e soggettiva del lavoro?
Attenzione!! Si rischia di guardare senza vedere, ripetendo errori già fatti in passato.
Sono saltati del tutto gli equilibri, saltati per aria, esplosi, distrutti, i concetti immortali degli insegnamenti originari dei Padri della Civiltà, pur semplici, ma che l’uomo moderno rifiuta pervicacemente non dico di capire, ma di prendere seriamente in considerazione e che sono quelli del vivere in armonia ed in equilibrio fra gli opposti ed i contrari, della giustizia e della giustizia cosmica, in una centralità dell’uomo nel suo universo, nella sobrietà, in una integrità di propositi e sentimenti, nella dignità e nel rispetto di tutti gli esseri viventi e della natura, nella non violenza.
Tutto questo è saltato precipitando l’uomo nella barbarie.
Ma il capitalismo, quello vero, è l’unico sistema, plurimillenario, di progresso pacifico, quando praticato nella giusta misura e senza eccessi, e valido dovunque e sempre perchè basato sul “capitale” iniziale naturale e connaturato con l’uomo di abitare nella propria casa, possedere i propri attrezzi e coltivare il suo pezzo di terra, per alimentarsi e vivere del proprio lavoro in una vita confortevole.
E’ bene chiarire subito pertanto che il capitalismo dei nostri giorni non è più capitalismo. Non è stata coniata ancora una parola per descrivere questo non capitalismo ma se ne può esprimere il significato dicendo che è solo una rapina, una enorme macchina distruttrice di valori e di capitali, una follia pura che l’antitesi, la negazione del capitalismo.
Purtroppo la distruzione operata sulle menti dei “dirigenti” di un pianeta intero in maniera sempre più incisiva nell’ultimo secolo sta iniziando a manifestare tutti i suoi effetti deleteri che conosciamo.
E poichè nessun capo di Stato o di partito ha la cultura, l’intelligenza ed il coraggio di “vedere” la realtà del problema, che è estremamente semplice, di equilibrio e armonia, il prossimo anno 2012 sarà l’anno della resa dei conti e l’anno del si salvi chi può..
Gli unici che possono veramente prendere in mano il proprio destino e decidere il loro futuro e la loro evoluzione sono i Cittadini della Terra, i Rivoluzionari del Terzo Millennio, che manifesteranno spontaneamente e pacificamente in tutte le città d’Italia e del mondo il prossimo Solstizio d’Inverno il giorno 22 Dicembre.
I Cittadini della Terra chiederanno, anzi, ordineranno, ai propri governanti rapida (dal significato di pochi giorni) attuazione del primo passo per ristabilire i concetti enunciati di equilibrio immortali:
1 – Diminuzioni delle differenze abissali
2 – Ridefinizione del significato di Libertà
3 – Abolizione dei Finanziamenti bancari
4 – Disconoscimento dei paradisi fiscali
5 – Istituzione di un Giudice di Gara per le competizioni commerciali
6 – Prezzi autorizzati secondo fasce già in vigore da decenni in altri Paesi.
Continuerò con altra mail.
A presto
Quando ci si sgancia dalle leggi eterne ed evolutive del Cosmo, quando cioè l’umano progredire viene considerato a sè stante, indipendente e non avente niente a che fare con le leggi cosmiche della natura, si commette un grave errore di valutazione e prima o poi si viene colti di sorpresa ed impreparati.
E’ successo con il crollo del comunismo allorchè una oligarchia di una minoranza di privilegiati spadroneggiava su una maggiopranza indifesa.
Si sta ripetendo ai giorni nostri con il capitalismo, quello becero rapinatore descritto, allorchè una oligarchia di una minoranza di privilegiati spadroneggia su una maggioranza indifesa.
In entrambi i casi si sono disattese le leggi cosmiche evolutive dell’armonia e degli equilibri, della giustizia, del governo degli opposti e dei contrari, del rispetto, della dignità e dell’amore.
Per nostra fortuna abbiamo potuto palpare con mano e sperimentato sulla nostra pelle in concreto il significato del vivere in armonia, per un piccolo lasso di tempo durante il “miracolo economico”, dopo la grande tragedia della guerra, approfittando del fatto che l’armonia, quando non governata dall’uomo per sua ignoranza, si sviluppa da sola in mezzo agli uomini, sempre, per un certo periodo di tempo dopo le grandi tragedie.
Questa breve parentesi durò, anno più anno meno, fino al 1960. Fu in tale periodo che la Fiat gettò le basi per diventare un colosso di tecnologia e progresso a livello mondiale.
Il vero costruttore di quella Fiat fu un certo ing. Valletta, paragonabile ai grandi managers di oggi che sarebbe il caso di definire “mismanagers” piuttosto. L’ing. Valletta percepiva uno stipendio di circa 250.000 lire quando la paga di un impiegato o lavoratore medio era di circa 30.000 lire con un rapporto o ratio quindi di 1 a 8.
A quei tempi la felicità, l’allegria, la solidarietà, l’amicizia, la buona fede, la fratellanza, l’attesa di un futuro da sogno, l’amore, la gioia di vivere, il rispetto e le pacche sulle spalle sprizzavano da ogni strada, da ogni bar, da ogni consesso umano. “Volare” di Modugno ha espresso molto bene la condizione dell’anima di quel breve periodo.
Senza saperlo l’uomo stava vivendo un periodo di quasi armonia naturale.
A questo punto le nostre idee prendono strade diverse.
La mia convinzione è che i problemi di oggi iniziarono nel 1970, anno più anno meno, con le contrapposizioni e l’idea di aver diritto a tanti “diritti” in un contesto di progresso a linea retta ascendente.
Questa idea era naturalmente una follia totale che alimentò una serie di altre follie. Avulsa e sganciata dalla realtà cosmica, nel campo del lavoro essa sganciò lo stesso lavoro dalla realtà imprenditoriale, iniziando a promuovere un processo mentale del capitalismo che poi lo porterà verso le delocalizzazioni, e, possiamo dire, verso la follia.
In questa visione la condanna del precariato mi sembra totalmente errata. Il precariato segue le leggi del Cosmo, costringe l’uomo a sostenersi sulle proprie gambe, lo obbliga a non fare debiti ed a basarsi solo sui suoi risparmi. Considero il precario quindi una persona virtuosa. Leonardo era un precario, Michelangelo era un precario, e tanti altri grandi. Molto difficilmente si possono raggiungere le grandi vette se non si è precari.
Pertanto, sempre in questa visione, considero il lavoro fisso ed a vita quello da condannare, proprio perchè è un privilegio avulso e sganciato dalla realtà fluttuante e continuamente mutevole circostante.
Il lavoro giustamente è un regalo divino e come tale va rispettato ed interpretato, e divino significa armonia, equilibrio e giustizia. Erano le conoscenze di Marsilio Ficino, e Leonardo da Vinci fu il primo, e forse anche l’ultimo, visti gli infiniti disastri successi dopo di lui, a capirne l’importanza. Perchè l’armonia, la misura e l’equilibrio, non si applicano solo alla matematica, geometria, pittura ed arti, ma anche alla vita sociale.
La stessa idea errata del progresso continuo e ascendente a linea retta, avulso e sganciato dalle leggi del cosmo, ha spinto il mondo bancario e della finanza a tramutare gli antichi prestiti in finanziamenti fino al 100% e più di un progetto, e vediamo questa follia cosa sta producendo ai nostri giorni.
In questa trappola sono caduti anche i progettisti dell’euro i quali, avulsi dalle leggi del cosmo, confidando cioè in un progresso infinito, non potevano prevedere che un giorno le economie sarebbero decresciute e vari Paesi si sarebbero trovati con debiti crescenti e diversi ed a chi, in tal caso, toccasse pagare. E poichè a nessuno piace pagare i debiti degli altri fra poco l’euro salta.
Errare è umano.
Non voler capire dove si è errato, e quindi perseverando nell’errore, è diabolico.
C’è però una scialuppa di salvataggio che vi aspetta.
E’ la scialuppa del Solstizio Invernale del 22 Dicembre, giorno in cui i Cittadini della Terra manifesteranno spontaneamente in tutte le città del mondo per mostrare ai loro Governi la strada della salvezza.
Bravissima per il tema piuttosto consistente!!