“Ad un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano.” – Alberto Moravia, da “Ho visto morire il Sud” (in “L’Espresso”, 7 dicembre 1980).
Parole scritte poco meno di trent’anni fa, quando l’Italia del Sud si aprì in Irpinia inghiottendo 3000 persone e devastando un intero territorio.
Eppure sono parole diventate tristemente atemporali. Anche in questi giorni in cui il nostro territorio continua ad avere l’acqua alla gola.
E quando succede al Sud sembra tutto più vulnerabile, perché appare, purtroppo, un po’ più lontano da tutto. Anche dal nostro comune sentire.
Cara Es, la tua osservazione sul sentire un pò più lontana da noi la tragedia del Sud colpisce, perchè registra un aspetto psicologico reale . Non è bello . Le tragedie riguardano tutti gli esseri umani e dovrebbero suscitare la medesima compartecipazioen emotiva , visto che vale universalmente la triste constatazione che gli esseri umani combattono la loro quotidiana lotta per l’esistenza per vedere in men che un attimo spazzate via la loro vita e le loro fatiche. E come sempre i grandi hanno colto in pieno la problematicità dell’esistere:
” Quid labor aut benefacta iuvant? Quid vomere terras
invertisse graves? ” ( Virgilio, Georg.,III)
Dobbiamo tutti imparare a guardare al di là del nostro naso.
Ciao!
Credo che un pò tutti abbiano avuto la loro parte in questi ultimi tempi, il nord l’anno scorso, poi ad ottobre abbiamo visto la Liguria e la Toscana, ora Sicilia e Calabria.
Quando accadono simili catastrofi, lasciando per il momento da parte le considerazioni sulle concause umane, chi ha perso tutto si sente sempre lontano, non aiutato per come avrebbe pensato potesse avvenire.
C’è poi anche da dire che, da qualsiasi parte queste cose avvengano, i primi ad aiutarsi devono essere gli interessati stessi….aiutati che il ciel ti aiuta.
Ciao Ester fa quasi scrupolo il bel sole da noi, rispetto a quelle situazioni!
Un sereno weekend a te!
E si assiste impotenti allo sfascio del territorio, con tanta malinconia e grande senso di frustrazione
Nel 1980 il terremoto fu un evento catastrofico generato però dalla natura, i cui effetti furono amplificati anche dalla qualità pessima delle costruzioni e delle abitazioni. Le ultime alluvioni ed i danni sono causati, secondo me, dalle responsabilità delle amministrazioni e dalla poca attenzione che la Politica riserva all’ambiente ed al territorio.
Ciao
Purtroppo, la realtà dei fatti mostra inequivocabilmente come il sud, ma anche il nord (vd. Genova), siano vittime delle scellerate decisioni urbanistiche prese negli ultimi 20 anni, ossia quel lasso di tempo dove si poggiava il mattone ovunque fosse possibile farlo, anche a costo di modificare la natura e il territorio. La triste realtà è che la natura si riprende sempre ciò che le è stato usurpato, e a pagare tale mancanza di oculatezza nel saper costruire edifici sono sempre le persone che di tale scelte poco intelligenti erano ignare.