Scrive Primo Levi ne “I sommersi e i salvati”: “Non esistono problemi che non possano essere risolti intorno a un tavolo, purché ci sia volontà buona e fiducia reciproca: o anche paura reciproca.“
E allora, in tanta alluvione, idrogeologica, etica, finanziaria, riusciremo a non essere del tutto sommersi da quel fango, respirando una boccata d’aria fresca come l’omino dell’artista Maurizio Cattelan?
O l’omino sta piuttosto affondando?
Auguriamocelo !!! 🙂
un buon interrogativo. io(noi)speriamo che me la cavo buonagiornata
Ciao cara Ester, credo che oggi, più che mai, sia necessario non lasciarsi travolgere dal pessimismo e dalle negatività che ci assalgono a tutti i livelli.
Penso che in fondo può bastare anche, agendo nel proprio piccolo, aver comportamenti propositivi, senza cullare illusioni di cambiare il mondo, magari per finire col chiamarsi poi fuori da tutto, per finire col fare i critici ad oltranza.
Un piccolo, ma grande e rincuorante esempio, ce l’hanno dato quei giovani che a Genova si sono rimboccate le maniche e sono andati a spalare fango.
Ma è un argomento composito, credo che ne parleremo ancora.
Intanto obliterami il biglietto, che faccio un pò di strada con te e ti faccio compagnia fino alla prossima fermata!
Come ci fa capire molto bene Levi nella sua opera , unica è la via della perdizione, numerose sono le vie della salvezza e della redenzione
Bellissimo l’accostamento che hai creato ,Es, con l’omino di Cattelan : quelle mani aggrappate all’orlo dell’abisso siano le mani di tutti noi , che, in stretta collaborazione cerchiamo di scampare al baratro . Questa recentissima e devastante alluvione segni la cesura netta tra un sistema , completamente fallato e fallito , ed un futuro diverso, di salvazione.
Mi piace il tuo gioco di parole, cara Sonia, tra sistema fallato e fallito. Ma l’omino di Cattelan sembra, dallo sguardo, riuscire a farcela. Ancora una volta.
A presto, Es.
Mi ero dimenticato di commentare prima che l’omino dell’immagine, più che emergere o affondare mi da l’impressione di uno che ha lavorato di badile e piccone sperando di sbucare nella stanza della cassaforte, scoprendo, invece, di trovarsi appena fuori della guardiola dei sorveglianti.
Biglietto obliterato! Mi ha fatto sorridere la tua idea dell’omino di Cattelan incorso in un errore di pianta topografica. Un po’ Totò, un po’ Mr. Bean…
A presto, Es.
Primo Levi, analizza in modo razionale il mondo dei campi di concentramento nelle sue dinamiche inter-funzionali ed inter-personali ed è incredibile notare come ci siano molti “schemi” perfettamente applicabili alla Crisi che stiamo vivendo, anche se naturalmente su un piano esistenziale ben differente.
Ci salveremo dal fango che ci ritroviamo addosso? Non lo so, ma lo spero con tutto il cuore.
Ciao