Fatalmente tutto è accaduto a quarantacinque anni esatti dall’alluvione di Firenze.
E di fronte al rumore urlato delle immagini restiamo sempre più muti e spiazzati.
Ma almeno un omaggio a chi nel terzo millennio se ne va per eccesso d’acqua in una metropoli.
“Con quella faccia un pò così
quell’espressione un po’ così
che abbiamo noi
prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c’inghiotte e non torniamo più.
Eppur parenti siamo un po’
di quella gente che c’è lì
che in fondo in fondo è come noi selvatica
ma che paura che ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte
e non stà fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
il resto è pioggia che ci bagna.“
Paolo Conte, da “Genova per noi”
Un bel ricordo e un invito ai genovesi a reagire come sanno fare.
Tutto questo è veramente triste!
Disastri annunciati o responsabilità evase?
Un saluto cordiale
Claudio
Come mi rattristra vedere la mia amata Liguria messa così in ginocchio dall’acqua che ogni volta viene sempre più copiosa e violenta anche se per poche ore. Si dirà che è sempre facile parlare con il senno di poi ma veramente la prevenzione in ogni zona della liguria (e non solo) non esiste più. si dirà che mancano i fondi che i comuni non sanno dove reperirne di nuovi per destinare a queste “manutenzioni”, ma che ogni volta che piove bisogna contare i morti mi sembra veramente incredibile. A forza di dire che è imprevedibile ( ma le previsoni l’avevano ampiamente accennato) sembra poi che alla fine i responsabili in qualche modo si lavino la coscienza. Porca miseria è ora di fare qualcosa tutti. si ma cosa?. un saluto walter
Incredibilmente triste questa situazione, caro Walter; si rimane davvero annichiliti di fronte a scenari di immane tragedia e solo una sensazione di angoscia si può provare dinnanzi ad una situazione che sfugge di mano all’uomo , ormai non più in grado di dominare le forze della natura a causa del tempo sprecato nella ricerca ingegnosa di sofisticherie tecnologiche , dimentico della cura dovuta al pianeta ,che sta lanciando il suo grido di allarme.
Rimane fotografata nella mente e nel cuore l’immagine della scarpina immersa nella melma del bimbo disperso. E rimane l’amarezza dell’irresponsabilità delle amministrazioni, fagocitate dalla melma degli interessi speculativi.
Morire di pioggia nel 2011 a Genova è assurdo e vergognoso per il nostro paese…!
Quand’ero piccolo sentivo di un certo Genio Civile del quale si aveva timore e rispetto solo a pronunciarne il nome. Poi le cose sono precipitate e le direttive si sono sparpagliate tra regioni, provincie, comuni, intendenze e sovrintendenze varie e fatte solo di carta mentre nessuno osa fare un sopraluogo autorevole durante qualsiasi costruzione.
E’ così che è sprofondato e continua a sprofondare il territorio italiano dalle Alpi a Lampedusa.
Amministrare uno Stato significa comandare. Poichè gli Amministratori dello Stato hanno dato ampia prova che non sanno comandare bisognerebbe istituire delle adatte scuole di comando per loro. Ma nessun comando può avere successo se non si conosce “de visu” l’argomento delle proprie responsabilità.
Un caro saluto