Ieri sera è definitivamente calato il sipario sulla corrida, la “Festa Nacional”, in Catalogna. All’Arena Monumental di Barcellona è andato in scena, di fronte a 18.000 persone, l’ultimo atto di un antico e sanguinario rito. Dal gennaio 2012 sarà infatti fuori legge la tauromachia in Catalogna per effetto del voto espresso lo scorso anno dal Parlamento regionale. Del resto negli ultimi anni la corrida è diventata sempre meno popolare, anche per il focus posto dagli animalisti sulle sofferenze inferte ai tori per puro spettacolo, peraltro cruento.
Eppure come non pensare a certe pagine di Ernest Hemingway sulla corrida raccontata come forma di tragedia? In “Morte nel pomeriggio” arriva a descrivere il torero come un uomo (forse L’Uomo) che sfida la morte acquistando dallo scontro l’immortalità: “La corrida non è uno sport nel senso anglosassone della parola, vale a dire una gara o un tentativo di gara tra un toro e un uomo. E’ piuttosto una tragedia; la morte del toro, che è recitata, più o meno bene, dal toro e dall’uomo insieme e in cui c’è pericolo per l’uomo ma morte sicura per l’animale.“
Da oggi saranno i tori a poter recitare il sottotitolo del suo “Fiesta”: “Il sole sorgerà ancora”.
La corrida mi riporta sempre e subito il pensiero al celebre “Lamento per la morte di Ignacio Sanchez Mejias” di Federico Garcia Lorca. Lo scrittore andaluso nelle quattro poesie che formano il lamento, paragonate correttamente ad una “sinfonia in quattro tempi”, ha descritto la morte del caro amico torero e la vittoria del toro nell’arena……..”y el toro solo corazòn arriba…..”.
Capisco la decisione della Catalogna, regione del nord della Spagna, meno legata a questa antica tradizione, da sempre più viva e radicata, invece, nel sud del Paese.
E’ vero Cris! Che sinfonia quei versi distesi intorno ad un’arena… Difficile disgiungere “le cinque della sera” da quel “lamento” di Lorca. A presto, Es.
Condivido la decisione del parlamento della Catalogna perchè ritengo la corrida un retaggio del gusto cruento degli antichi Romani uniti in un coro ferino di ovazioni durante gli spettacoli del Circo. Come ben evidenziato dal film colossal Il gladiatore lo spettacolo della morte diventa occasione per esaltare la ferinità di un popolo che gioisce alla vista del sangue. Non riesco a percepire un aspetto catartico in questa tragedia di morte. Hemingway a parte…..