Ieri sera è definitivamente calato il sipario sulla corrida, la “Festa Nacional”, in Catalogna. All’Arena Monumental di Barcellona è andato in scena, di fronte a 18.000 persone, l’ultimo atto di un antico e sanguinario rito. Dal gennaio 2012 sarà infatti fuori legge la tauromachia in Catalogna per effetto del voto espresso lo scorso anno dal Parlamento regionale. Del resto negli ultimi anni la corrida è diventata sempre meno popolare, anche per il focus posto dagli animalisti sulle sofferenze inferte ai tori per puro spettacolo, peraltro cruento.
Eppure come non pensare a certe pagine di Ernest Hemingway sulla corrida raccontata come forma di tragedia? In “Morte nel pomeriggio” arriva a descrivere il torero come un uomo (forse L’Uomo) che sfida la morte acquistando dallo scontro l’immortalità: “La corrida non è uno sport nel senso anglosassone della parola, vale a dire una gara o un tentativo di gara tra un toro e un uomo. E’ piuttosto una tragedia; la morte del toro, che è recitata, più o meno bene, dal toro e dall’uomo insieme e in cui c’è pericolo per l’uomo ma morte sicura per l’animale.“
Da oggi saranno i tori a poter recitare il sottotitolo del suo “Fiesta”: “Il sole sorgerà ancora”.