Da tempo cerco le mitiche piste per biglie. Con scarso esito. Quest’anno addirittura nullo.
Non un lembo di spiaggia con quelle curve che avevano per ampiezza e profondità il lato B di chi si prestava, gambe all’aria, ad essere trascinato sulla sabbia, e per forma la fantasia di chi trascinava.
Quando la fine del percorso, a discrezione dell'”artista”, si congiungeva con l’inizio, la pista era pronta, e non restava che rendere la stessa colorata con le biglie-palline. Ciascuno possedeva il suo “bolide”, con annesso metodo di “guida” e astuzie per superare l’avversario.
Ma che fine hanno fatto quelle meravigliose piste?
Mi sono interrogata sulle ragioni del loro estinguersi, perché, a parte qualche isolato nostalgico o qualche concorso amarcord, le piste sono state proprio ritirate nel cassetto dei ricordi.
Sarà che la sabbia non è più quella di un tempo, ma terra compressa poco adatta all’uopo. Sarà che i bambini sono ormai organizzati/intruppati in una serie di giochi da spiaggia, con casette e animatore compreso. Sarà che con il clima torrido trovare volontari per ustionare il proprio lato B sulla sabbia per un banale circuito da biglie fa ridere persino il ragazzino più ingenuo e timido.
Sarà che gli adulti , quelli che a noi insegnavano questi giochi fatti di niente, non ci sono più. E gli adulti di adesso, cioè noi, siamo già pieni di tutto, ma forse più pronti a niente.
PS: Se qualche “viaggiatore” di espress451 avvistasse su qualche spiaggia le mitiche piste segnali l’evento. Per far prendere aria alla nostra memoria.
Che bello quando si giocava “a biglie”, con la frenesia di prendere la biglia del vincente (gimondi, bartali o coppi) e la ricerca del lato b migliore per disegnare la pista. E poi la costruzione delle parabole alzando le curve per poter far fare alla biglia la maggiore velocità e quando uscivi imprecavi perché dovevi stare fermo. E’ vero oggi non si vede più fare questo gioco molto semplice ma molto aggregante, oggi si prediligono altre vie ma sarà poi veramente meglio? Non sarà poi vero che si stava meglio quando si stava peggio? un saluto walter
Che bello il tuo commento, Walter! Sei riuscito a far rivivere per un attimo la pista, con le sue parabole e le sue frenesie. E la ricerca del lato B migliore… per disegnare una pista, e non una copertina!
A presto, Es.
Cara Es, a proposito di giochi semplici, sai che mi ricordo quanto ci raccontava una mia prof delle medie inferiori riguardo un gioco con i mici , in tempo di guerra: si utilizzavano gusci di noci e mnocciole per adattere delle scarpette ai teneri animali e ci si divertiva tutti insieme, cantando a squarciagola. Oggi è considerato un gioco ridicolo, eppure contava l’aggregarsi appunto, lo stare insieme , il condividere atti semplici:una forte comunicazione ed un rispetto per la vita di tutti.
E i gatti reggevano tale tortura cinese? Es.
Credo di essere un po’ in ritardo su questo post (quasi un anno?) ma ci tenevo a commentare ugualmente!
Anche se ho solo 22 anni, diciamo che l’infanzia in spiaggia me la sono giocata tutta negli ultimi periodi di “vita” delle mitiche biglie… 🙂
Più che usare il lato B, personalmente mi dilettavo a creare circuiti lunghi e complessi direttamente a mano, allisciando bene le curve paraboliche e prendendo spunto più dalle montagne russe che dalle semplici piste automobilistiche! Ponti, salti, sezioni di pista al limite della fisica… Ero un folle. Mamma mia quanto mi manca! Eppure ogni volta che vado al mare, almeno una pista la faccio, anche se non ho le biglie con me, per tenere viva la passione. 🙂
Passione che un anno fa ho mescolato con l’altra mia passione, creare videogiochi… Ed infatti sto realizzando proprio un gioco di biglie da spiaggia per iOS. Se vuoi dare un’occhiata, il link al diario di sviluppo è nel mio nome. Ci sono una marea di immagini! 🙂
Grazie Danjel per mantenere vivo il mito della pista da biglie. Complimenti per il tuo sito, che andrò a rivisitare con calma.
A presto, Es.