Cura: “Pensiero attento e costante, sollecitudine affettuosa nei confronti di qualcuno o qualcosa”.
Narra la leggenda che la dea Cura, attraversando un fiume, scorse del fango cretoso e, raccoltone un po’, cominciò a dargli forma. Così nacque l’uomo (homo) dalla terra (humus), acquisendone il nome. Fu poi Giove, dietro richiesta di Cura, ad infondere lo spirito in questo essere. Dopo la disputa tra Cura e Giove sul nome da dare all’essere, Saturno così decretò: al momento della morte sarà la Terra a riceverne il corpo e Giove lo spirito, ma in vita lo possiede la Cura. Per questo motivo la Cura possiede l’uomo finché vive.
La cura è infatti condizione costante dell’essere umano. L’uomo è avvinto dalla Cura, sentendo il bisogno insopprimibile di dedicarsi a qualcuno o a qualcosa. Lo si può definire il marchio della Cura. Come scrive Franco Battiato:
“Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te”.
Prendersi cura significa amare.
Considerato che la prima proprietà che abbiamo in assoluto siamo “noi stessi”, sarebbe bene aver cura di noi in primis, della nostra persona , del nostro corpo e della nostra psiche (o anima) per raggiungere quell’equilibrio psico- fisico indispensabile per comprendere anche le esigenze di chi ci sta intorno. E’ il caso di fondare una nuova forma di umanesimo, di cui al momento siamo piuttosto scarsi.
Ciao Es, abbi cura di te stessa! S.
“Più veloci di aquile, i miei sogni attraversano il mare. Ti porterò sopra tutto, il silenzio e la pazienza, percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.” Questo, sì, è prendersi Cura. Amo quella canzone.
Quando il “riconoscersi” passa anche attraverso un testo di canzone… Cara Vanessa, la “connessione” tra “tessuti umani” è cosa piccola ma molto profonda…